Truffa, frode fiscale e bancarotta fraudolenta, denunciate 16 persone

2' di lettura 20/06/2023 - I finanzieri del Comando Provinciale Chieti hanno concluso una complessa indagine che ha permesso di individuare un sodalizio criminale dedito alla commissione di reati quali truffa, frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

I militari della Tenenza di Ortona - con il coordinamento della Procura di Lanciano - hanno scoperto un gruppo di soggetti dediti alla ricerca sistematica di società in crisi delle quali ne acquistavano le quote tramite teste di legno e variandone la sede, l’oggetto ed il capitale sociale, gradualmente le conducevano al fallimento. Nello specifico, sin dal 2018, si sono inseriti nella compagine di una società ormai priva di una struttura aziendale spostandone la sede a San Vito Chietino. Tramite false manovre di bilancio, ne hanno aumentato fittiziamente il capitale sociale, portandolo da 3 mila a 45 mila euro, così da creare l’immagine di un’azienda solida e, pertanto, idonea a riscuotere credibilità finanziaria e, più in generale, sul mercato.

Le Fiamme Gialle ortonesi hanno accertato che la medesima operava come società “cartiera”, cioè costituita per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti a favore di un gruppo di imprese tutte riconducibili ad un unico imprenditore. Tale procedura illecita, che si è avuto modo di riscontrare nel corso delle indagini, è stata utilizzata anche da altre due società e da una ditta individuale, tutte prive di una vera struttura aziendale, caratterizzate da capitali fittizi, limitata operatività nel tempo e dal mancato assolvimento degli obblighi tributari. Le tre società cartiere, poi indotte al fallimento e la ditta individuale sono state “usate” per emettere fatture per operazioni inesistenti per oltre 1,1 milioni di euro al fine di consentire a terzi di evadere, tra l’altro, oltre 240 mila euro di Iva.

Nel corso dell’indagine è emersa inoltre una condotta truffaldina ai danni di una locale agenzia di lavoro interinale che, tratta in inganno dalla falsata realtà aziendale, forniva alla società di San Vito Chietino personale mai impiegato nella stessa. I lavoratori venivano scelti, assunti e pagati per fittizi lavori di pulizia e sanificazione direttamente dalla società di lavoro interinale, alla quale la società committente non ha mai corrisposto i compensi per un importo complessivo di oltre 37 mila euro. I lavoratori “fantasma”, infine, una volta interrotto il rapporto con la società, richiedevano all’INPS addirittura il contributo per la disoccupazione, traendo così in inganno anche l’Ente previdenziale.


   

di Redazione





Questo è un articolo pubblicato il 20-06-2023 alle 12:11 sul giornale del 21 giugno 2023 - 12 letture

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